E’ importante conoscere e comprendere il disturbo da insonnia ed eventualmente distinguerlo da altri disturbi del sonno.

Il sonno nella nostra cultura è diventato qualcosa di cui le persone parlano spesso e di cui i media si occupano frequentemente. L’insonnia è un termine che viene facilmente utilizzato quando si attraversano momenti in cui non si dorme bene ma, in realtà, spesso non si tratta di vera e propria insonnia in senso clinico. Vediamo allora di fare un po’ di chiarezza.

Il disturbo da insonnia è il più comune dei disturbi del sonno, con un tasso di prevalenza del 6-10% della popolazione ed è definito da due sistemi di classificazione. Questi due sistemi sono The International Classification of Sleep Disorders, pubblicato dall’American Academy of Sleep Medicine, che viene utilizzato dagli specialisti del sonno, e dal Manuale Diagnostico e Statistico per i Disturbi Mentali, pubblicato dall’American Psychiatric Association, che viene utilizzato da psichiatri, psicologi e psicoterapeuti.

Si può parlare di insonnia quando:

  • si ha difficoltà ad addormentarsi, oppure
  • in presenza di ripetuti risvegli notturni oppure
  • quando ci si sveglia troppo presto al mattino (e si fa fatica a riaddormentarsi).

Queste difficoltà devono presentarsi almeno tre volte a settimana per almeno tre mesi.

Alcune cose sono importanti da notare: l’insorgenza di sintomi di insonnia non è una cosa poi così rara e spesso provoca una certa preoccupazione. Questo accade alla maggior parte delle persone, se non a tutti, in alcuni momenti particolari della vita. Alcuni esempi di situazioni di vita che potrebbero causare difficoltà a dormire sarebbero un volo di prima mattina, un nuovo lavoro, la perdita di un lavoro, un trasferimento, l’inizio o la fine di una relazione. Molti fattori quindi possono temporaneamente disturbare il sonno. Solo quando l’insonnia diventa prolungata e cronica, allora si può parlare di un vero e proprio disturbo da insonnia.

In termini clinici ci sono diversi altri fattori che potrebbero avere a che fare con un disturbo del sonno ma possono far pensare ad un disturbo di insonnia. Una persona che per lavoro è soggetta a turni di notte può avere problemi con il sonno ma non le sarà diagnosticato un disturbo da insonnia. Si pensi ad un medico o a un infermiere che lavora di notte nel pronto soccorso e fa fatica a dormire la mattina dopo, oppure a un camionista che guida di notte quando il traffico è ridotto e poi ha difficoltà a dormire prima di iniziare il nuovo turno. In questi casi si ha a che fare con un disturbo circadiano del ritmo sonno-veglia dovuto all’attività lavorativa. Questo vale anche per chi fa viaggi aerei intercontinentali e può avere difficoltà a dormire in base al nuovo orario: in questi casi si rientra nel disturbo circadiano del ritmo sonno-veglia dovuto a jet-lag. Un altro problema che può incontrarsi nella pratica clinica si ha quando qualcuno è un “nottambulo”, cioè dorme comunque un numero adeguato di ore, ma gli orari in cui inizia e termina il sonno sono ritardati e non coincidono con gli orari desiderati o convenzionalmente accettabili, rendendo così difficile l’attività scolastica o lavorativa: in questo caso si è di fronte ad un disturbo circadiano del ritmo sonno-veglia di “tipo fase di sonno ritardata”. Si ha, di converso, anche il disturbo circadiano del ritmo sonno-veglia di “tipo fase di sonno anticipata”, che è l’esatto opposto.

I disturbi del sonno non si esauriscono quindi con il disturbo da insonnia: altri disturbi del sonno sono la narcolessia, il disturbo da ipersonnolenza, le apnee e numerose parassonie (come sonnambulismo, terrori notturni, disturbo da incubi ecc.).

Solitamente si è portati a semplificare le cose e questo può avere dei vantaggi, ma uno svantaggio del semplificare eccessivamente i problemi del sonno è che si rischia di perdere di vista la causa del disturbo. I disturbi del sonno possono essere legati ad ansia e depressione o ad altre difficoltà psicoaffettive, oppure a problemi fisiologici. È importante un corretto inquadramento del disturbo al fine di intervenire nel modo più adeguato. La qualità del sonno è molto importante per l’equilibrio psicofisico di una persona. Come si è visto anche in alcuni precedenti articoli comparsi su questo sito, la qualità del sonno è legata all’esperienza di avere pensieri negativi ricorrenti e intrusivi e ad una minore quantità di sonno ad onde lente si associa una maggiore distruzione di cellule cerebrali.

Articolo della dottoressa Allison Siebern, psicologa, liberamente adattato e tradotto dall’originale What Exactly Is Insomnia?