La Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica di Milano (SPP) ha sostenuto un progetto scientifico-clinico che si è concretizzato nella realizzazione di un libro incentrato sulle difficoltà che i giovani colleghi si trovano ad affrontare all’inizio della loro professione. Il libro – L’inizio del mestiere impossibile. Esperienze di giovani terapeuti – è una raccolta di interventi di allieve e allievi della SPP riguardanti le loro prime esperienze di clinica psicoanalitica. Nel libro compaiono anche interventi di quattro docenti della SPP: Secondo Giacobbi, Simone Maschietto, Luca Mazzotta e Anna Sordelli.

Scrive Maschietto, direttore scientifico della scuola: “Scegliere la professione di psicoterapeuta psicoanalitico implica un percorso molto complesso, sia per il processo formativo quadriennale di training che è molto impegnativo, sia perché indicativamente ogni allievo ha da svolgere 500 ore di formazione all’anno, sia per il successivo inserimento col titolo acquisito nel mondo del lavoro che sta diventando sempre più un’impresa quasi eroica. Infatti a livello di assunzione nelle strutture sanitarie pubbliche per la somministrazione di psicoterapia agli adulti i concorsi sono pochissimi e i trattamenti psicoterapeutici, in questi contesti, sono affidati, sotto la supervisione di pochi psicologi di ruolo, a stuoli di allievi iscritti alle diverse scuole di specializzazione in psicoterapia; quindi, per lavorare e guadagnare bisogna esercitare quasi esclusivamente nel privato”. E ancora: “Chi vuole praticare il mestiere dell’analista ha snodi rilevanti da affrontare: il mondo del lavoro, quello istituzionale, che sta diventando sempre più resistente perché chiede psicoterapie più veloci e immediate, quello privato, che è popolato da schiere di psicoterapeuti dai mille volti, e il paziente, che non gli renderà certo la vita facile. […] Come in tutte le professioni, anche nel mestiere dell’analista si cresce con il tempo e con l’esperienza, cercando di mantenersi lucidi rispetto alle tappe evolutive e individuative da raggiungere. Purtroppo, come ha sostenuto Freud, le scorciatoie, per quanto seducenti possano essere, non portano risultati profondi e duraturi: ciò che si costruisce sulla sabbia e in fretta è destinato prima o poi a crollare e a disfarsi.”.

Nell’introduzione di Giacobbi si legge: “Gli articoli dei giovani colleghi che compaiono in questo libro sono di grande interesse, perché attestano difficoltà comuni, specialmente all’avvio della professione, e molto concrete, in quanto riguardano problemi di tecnica del trattamento inerenti al che fare o non fare o come fare di fronte a situazioni specifiche che il rapporto con il paziente in seduta spesso comporta: dall’uso e dalla gestione del silenzio, alle domande del paziente, magari anche sulla vita privata dello psicoterapeuta, alla richiesta di consigli, a richieste di cambiamento del contratto e del setting e così via. Mi pare che tutte queste difficoltà, e altre ancora, rimandino ad alcune questioni e premesse di fondo sulle quali il giovane professionista non ha affatto sufficiente chiarezza dentro di sé”.

Questioni pratiche e basilari ma di difficile gestione possono essere, per un giovane psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico: l’uso del lettino, la frequenza delle sedute, l’entità dell’onorario, il pagamento delle sedute mancate.

Si tratta di un libro denso e interessante, che può aiutare i giovani colleghi a dare una migliore pensabilità alle difficoltà, piccole o grandi, che si trovano ad affrontare all’inizio (ma non solo) del loro lavoro.

 

L’inizio del mestiere impossibile. Esperienze di giovani terapeuti

S. Maschietto, S.D. Giacobbi (a cura di) 

1 novembre 2021, NeP Edizioni (Roma)

412 pagine

ISBN 9788855002011