Cosa significa essere una persona “molto sensibile” o “ipersensibile”? Tutti probabilmente conoscono qualcuno che potrebbe essere “ipersensibile”. L’ipersensibilità può essere definita come una modalità di risposta (fisica, mentale ed emotiva) molto acuta agli stimoli esterni (sociali, ambientali) o interni (intra-personali o fisici).

Sebbene ci siano molti aspetti positivi nell’essere una persona sensibile (come una maggiore capacità di ascoltare e comprendere, una maggiore empatia e intuitività, una migliore intuizione dei desideri e dei bisogni degli altri, ecc.), in questo articolo ci si concentrerà su quegli aspetti dell’ipersensibilità che influenzano negativamente la salute, la felicità, il successo, e che spesso complicano le relazioni interpersonali.

Di seguito vengono schematicamente riportati 24 tratti di una persona altamente sensibile, estratti dal libro <<Are You Highly Sensitive? How to Gain Immunity, Peace, and Self-Mastery>> di Ni Preston. Questi tratti sono organizzati in tre macro-categorie: Sensibilità verso se stessi, Sensibilità nei confronti degli altri e Sensibilità nei confronti dell’ambiente.

Mentre la maggior parte delle persone possono di tanto in tanto sperimentare alcuni di questi tratti, una persona ipersensibile probabilmente “sentirà troppo” e  “troppo in profondità” per la maggior parte del tempo. Alcuni individui potrebbero essere molto sensibili solo verso uno o due stimoli, mentre altre persone potrebbero sentirsi fortemente influenzato da più elementi presenti nella lista.

Categoria uno: Sensibilità verso se stessi

  1. Spesso ha difficoltà a lasciare scorrere via i pensieri e le emozioni negative;
  2. Frequentemente, quando accade qualcosa di spiacevole, avverte sintomi fisici;
  3. Spesso le “giornate no” influenzano negativamente le abitudini alimentari e/o il sonno (come mangiare o dormire troppo o troppo poco);
  4. Frequentemente sperimenta stati di tensione o ansia;
  5. Tende ad essere eccessivamente critico con se stesso quando non si sente all’altezza delle proprie aspettative;
  6. Ha paura del rifiuto, anche in situazioni relativamente poco importanti;
  7. Tende continuamente a confrontarsi con gli altri (in situazioni fisiche, relazionali, sociali, lavorative, finanziarie o di altro tipo) e si ritrova spesso a provare sentimenti spiacevoli in seguito a tale confronto;
  8. Spesso prova rabbia o risentimento per situazioni nella vita o nella società che sembrano ingiuste, irritanti o fastidiose;

Categoria due: Sensibilità nei confronti degli altri

  1. Si preoccupa continuamente di ciò che gli altri stanno pensando;
  2. Tende a sentire le cose troppo “sul personale”;
  3. Trova difficile, quando provocato da una situazione interpersonale spiacevole ma comunque di poco conto, semplicemente “lasciar perdere”;
  4. Si sente ferito facilmente;
  5. Nasconde spesso i propri sentimenti negativi, ritenendoli troppo forti, troppo aggressivi, imbarazzanti o vulnerabili se condivisi; mantiene dentro di sé la gran parte delle emozioni negative;
  6. In alternativa, spesso parla delle emozioni negative con gli altri perché c’è un sacco di “drammaticità” nella vita di una persona;
  7. Ha difficoltà ad accettare feedback critici, anche quando il feedback gli viene restituito in modo ragionevole e costruttivo;
  8. Spesso si sente come se le persone lo giudicassero, anche quando non ci sono prove concrete che questo effettivamente avvenga;
  9. Spesso reagisce in modo eccessivo a offese o provocazioni, reali o percepite;
  10. Spesso si sente a disagio in situazioni di gruppo e si sente incapace di essere se stesso
  11. Si sente impacciato nelle relazioni intime, eccessivamente preoccupato per l’approvazione del partner: teme di essere giudicato o respinto dal partner;

Categoria tre: sensibilità per il proprio ambiente

  1. Si sente a disagio quado vi è un assembramento di persone, in una stanza piena di gente che parla o quando accadono troppe cose contemporaneamente;
  2. Si sente a disagio quando è esposto a luci o suoni troppo forti o a certi odori particolarmente intensi;
  3. Si spaventa facilmente con rumori improvvisi, nel traffico intenso o a causa di altre spiacevoli sorprese;
  4. Spesso si sente arrabbiato quando guarda o legge brutte notizie sui media; non ama spettacoli intensamente spaventosi o violenti;
  5. Spesso si sente infelice quando segue i post delle persone sui social.

Ancora una volta: mentre alcuni individui molto sensibili possono essere influenzati in modo acuto solo da solo uno o due dei tratti sopra elencati, altri possono essere sovrastimolati da più di uno dei tratti presenti nella lista.

Per molte persone “altamente sensibili”, la chiave per gestire l’ipersensibilità consiste nell’utilizzare l’immunità emotiva e le strategie di immunità sensoriale (si veda: Ni, Preston. Are You Highly Sensitive? How to Gain Immunity, Peace, and Self-Mastery!. PNCC. 2017. Ni, Preston. How to Communicate Effectively with Highly Sensitive People. PNCC. 2017. Aron, E.; Aron, A. Sensory-Processing Sensitivity and its Relation to Introversion and Emotionality. Journal of Personality and Social Psychology. 1997), per alleviare e calmare in modo efficace la sovrastimolazione. Per coloro che vivono o lavorano con individui altamente sensibili, sono necessarie attitudini comunicative efficaci per favorire relazioni positive e costruttive.

Commento del dott. Luca Mazzotta, Psicologo e Psicoterapeuta a Milano.

In questo seppur interessante articolo, tradotto dall’originale 24 Signs of a Highly Sensitive Person, vi sono a mio avviso alcune fonti di confusione: i tratti elencati e riferiti ad un problema di “ipersensibilità” in alcuni casi potrebbero celare disturbi psicopatologici anche molto gravi e differenti tra loro, come disturbi di personalità di tipo narcisistico, evitante o paranoide, oppure disturbi di tipo ansioso o fobico, depressivo ecc. In taluni casi alcuni item potrebbero celare addirittura disturbi di origine neurologica.

C’è da dire che spesso una “elevata” sensibilità non rappresenta un problema particolare per le persone ma solo un tratto caratteristico del proprio modo di essere. A questo proposito – se non vi è uno stato di disagio – a mio avviso possono essere utilmente consultati i libri di Rolf Sellin sulle persone ipersensibili. Quando invece si avverte un importante stato di disagio, che provoca ripercussioni sulla propria salute fisica o psichica, sulla propria vita emotiva o relazionale o sulla sessualità, è sempre indicato rivolgersi ad un professionista qualificato come uno Psicologo Psicoterapeuta regolarmente iscritto all’Albo.