Jo-Ann Finkelstein è una scrittrice e psicologa clinica che vive e lavora a Chicago. I suoi scritti compaiono su Your Teen Magazine, Medium e sulle più importanti riviste accademiche. Ha appena pubblicato in rete un articolo sulla psicoterapia a lungo termine e sui costi in termini di tempo e denaro che inevitabilmente comporta. Ne riporto qui un adattamento tradotto.

Di Jo-Ann Finkelstein

Di recente un paziente, alla sua ultima seduta dopo sei anni di psicoterapia, mi ha detto: “Doc”, usando in modo voluto quel nome che aveva usato per i primi due anni di terapia. “quante volte l’ho detto…. Beh, sono contento di essermi fermato, probabilmente non avrei avuto Jackson” riferendosi al suo bambino. Tornare ad usare il termine Doc in questo caso è stato un gesto di intimità, un modo per scherzare insieme. Ma in passato era stato un modo per tenere la distanza, una tecnica usata prima con deferenza e poi con disprezzo quando venne da me dopo che la sua fidanzata lo abbandonò praticamente sull’altare.

Molti avrebbero detto che a questo uomo acculturato e con una buona carriera lavorativa sarebbero state sufficienti sei o otto sedute al massimo per riprendersi e cercare una nuova compagna. Eppure, nel corso di quei primi due anni, molte più di otto sedute sono servite per comprendere il significato di quel Doc. Quell’espressione è diventata la metafora della sua paura della vicinanza: una difesa disperata e necessaria, anche se inefficace, a cui si aggrappava come un modo per scongiurare la dipendenza e il timore della perdita. Modalità difensiva antica che aveva contribuito anche all’abbandono da parte della sua fidanzata.

Spesso ci si chiede perché una psicoterapia debba durare così tanto. A volte viene chiesto con vera curiosità mentre talvolta si tratta di un’accusa ad un tipo di terapia ritenuto “obsoleto” (che però sembra emergere in un mare di soluzioni rapide). Ma è una domanda valida. In che modo si può giustificare il fatto di passare ore e ore a parlare del modo in cui un paziente si rivolge al proprio terapeuta e aspettarsi anche di pagare per questo?

Jonathan Shedler, un ricercatore e un clinico molto stimato ha detto: “La psicoterapia ha a che fare con il rallentare le cose, in modo da poter iniziare a vedere e comprendere gli schemi che altrimenti accadrebbero rapidamente, automaticamente, senza possibilità di riflessione o consapevolezza.”

Se avessi scelto di vedere quel Doc come un nome semplicemente accattivante o rispettoso, avrei perso l’occasione di scoprire l’ansia che il paziente provava anche all’interno della nostra relazione e i modi inefficaci e dannosi con cui inconsapevolmente affrontava quei sentimenti. Invece di recitare sentimenti che non capivamo, abbiamo rallentato le cose, facendo spazio al pensiero e lasciando emergere sentimenti meno noti.

Nel mondo moderno si pretende convenienza – fast food, consegne veloci, terapia veloce – e si ha la speranza che ci possa essere un modo accelerato ed economico per curare la sofferenza umana, una McTherapy o Therapy Prime. A dire il vero, ci sono terapie a breve termine volte ad alleviare i sintomi, ma il più delle volte i pazienti sono interessati alla trasformazione – ad una terapia che cambi non solo i loro sintomi ma il loro modo di sentire. Una psicoterapia “su misura” e capace di andare in profondità può farlo, non una terapia che ha soluzioni standard valide per tutti. Una psicoterapia efficace richiede il tempo necessario.

Vale la pena approfondire

Effettivamente una psicoterapia che desideri essere trasformativa è costosa e, in alcuni casi, può richiedere anni. È improbabile che i modelli disfunzionali che impiegano una vita per svilupparsi e consolidarsi possano cambiare in otto sedute. La sicurezza emotiva e la fiducia che rendono possibile una tale terapia non possono essere affrettate. Affrontare i profondi timori e le difese che li nascondono richiede un lavoro paziente e delicato.

Le persone che chiedono una psicoterapia spesso vengono indirizzate verso psicoterapie di durata predeterminata: “L’assistenza sanitaria mentale” è stata ridefinita nel senso di prescrivere farmaci o fornire forme di psicoterapia breve o con non più di una seduta settimanale, se va bene. Per chi si accorge che una terapia efficace non è come una rapida iniezione di Botox che rilassa le rughe emotive, per chi desidera un trattamento diverso, non resta che rivolgersi al privato.

Eppure la ricerca mostra che la psicoterapia a lungo termine in realtà consente di risparmiare denaro, riducendo i costi dell’assistenza sanitaria, facendo diminuire i ricoveri e le cure ospedaliere, le visite mediche generali e i giorni lavorativi persi. E le persone continuano a sentirsi e funzionare meglio anche una volta che la psicoterapia è terminata, presumibilmente perché hanno cambiato qualcosa di fondamentale di se stessi e non si sono limitati a mettere un lenitivo sul sintomo. Sfortunatamente, i risparmi a lungo termine potrebbero non essere molto importanti per le compagnie di assicurazione sanitaria i cui clienti saltano di compagnia in compagnia e i cui amministratori cambiano lavoro molto prima che i benefici di una psicoterapia approfondita appaiano in un bilancio.

La psicoterapia a lungo termine ha il potenziale non solo di alleviare la sofferenza emotiva, ma di aiutare le persone a essere più presenti, impegnate e pienamente vive. La psicoterapia psicoanalitica richiede non solo pazienza e denaro, ma soprattutto coraggio, richiede di rinunciare alla gratificazione immediata e di puntare su qualcosa di più lontano e più prezioso.

La ricompensa a lungo termine è un’esistenza più consapevole e meno dolorosa. Le vite iniziano ad avere più senso, le lotte acquistano significato e il senso di impotenza che molti provano si riduce. E quando le proprie paure e le proprie parti dolorose non sono più imposte alle altre persone, anche le relazioni necessariamente migliorano.