Come arriva la psicoanalisi in Italia? In un simpatico racconto (La psicoanalisi arriva da Trieste – in: Chi ha paura del lupo cattivo? – 1987 Editori Riuniti, Roma) Cesare Musatti descrive i primi “pionieristici” anni.

La psicoanalisi segue un po’ il percorso che lo stesso Freud fa con i suoi viaggi in Italia, proprio come molti altri personaggi importanti del mondo europeo della sua epoca.

Freud iniziò con Trieste, quando da universitario si occupò di studiare le gonadi delle anguille, dove ritornò nel 1895, quando visitò anche Venezia. L’anno successivo andò a Padova e Firenze mentre quello dopo fu la volta di Siena e Orvieto.

Roma però restava “città proibita”: come Annibale (l’antico condottiero col quale Freud amava identificarsi) non poté che fermarsi alle porte della Città Eterna. In realtà per fattori fobici non gli fu possibile visitarla sino al 1902. Infatti una volta risolti i problemi nevrotici Freud visitò Roma e da lì in poi si spinse anche nell’Italia meridionale finché nel 1910 arrivò anche in Sicilia. Di certo durante il primo decennio del novecento Freud soggiornò spesso in luoghi di villeggiatura del Trentino e dell’Alto Adige.

E la teoria freudiana? Marco Levi Bianchini, psichiatra figlio di un banchiere ebreo di Rovigo, tentò prima della Grande Guerra di costituire in modo un po’ approssimativo una specie di società psicoanalitica italiana. Ma fu dopo la guerra del ‘15-‘18 che la psicoanalisi giunse in Italia, grazie ad Edoardo Weiss. Triestino, ebbe una formazione analitica completa, entrò in diretto contatto con Freud e fu accolto nella società psicoanalitica di Vienna. Insieme a Weiss la psicoanalisi entra in Italia anche grazie a Ferruccio Banissoni, compagno di scuola di Weiss, il quale ebbe la fortuna di assistere a Vienna, presso la facoltà di medicina, ad alcune delle Vorlesungendi Freud insieme a pochi altri studenti. Banissoni, a differenza di Weiss, non si formò regolarmente come psicoanalista; come psicologo però era fortemente interessato alla psicoanalisi e collaborò molto anche con Weiss. Un altro triestino che ha fortemente contribuito a portare la psicoanalisi in Italia è stato Vittorio Benussi, maestro di Cesare Musatti. Benussi insegnava psicologia sperimentale a Padova e qui svolgeva un lavoro di pura ricerca fondato sull’uso della suggestione e dell’ipnosi; parallelamente però svolgeva anche attività in campo psicoanalitico. Sebbene sia ricordato soprattutto in campo psicologico per le sue alte doti di sperimentatore, è certo che nutrisse anche un grande interesse per la psicoanalisi ed infatti a Padova prese in trattamento alcuni pazienti, tra i quali lo stesso Musatti il quale fece con lui la sua analisi didattica.

Benussi, dato il suo interesse per le tecniche suggestive e ipnotiche, ovviamente fu uno psicoanalista molto poco ortodosso, il quale operava più che altro secondo le tecniche e teorie “pre-analitiche”, cioè quelle risalenti agli Studi sull’isteria di Freud e Breuer.

Nel 1926 Weiss, Banissoni e Benussi si trovarono a Firenze per il Congresso di psicologia e qui, insieme a Musatti e a Sante De Sanctis (psichiatra e psicologo, considerato il fondatore della neuropsichiatria infantile italiana) discussero sulla ricostituzione di una società psicoanalitica italiana, visto che quella fondata in passato da Marco Levi Bianchini non aveva le caratteristiche delle altre istituzioni nazionali. Nel 1932, dopo il trasferimento di Weiss a Roma, nacque la nuova Società italiana di psicoanalisi: qui Weiss, che già apparteneva alla società psicoanalitica viennese, formò i suoi primi allievi, Nicola Perrotti e Emilio Servadio, i quali furono insieme a lui i primi membri della società italiana. A questi si aggiunsero Alessandra Tomasi di Lampedusa (moglie di Giuseppe, l’autore del Gattopardo) e cesare Musatti, sul quale inizialmente Weiss nutriva alcune riserve, essendosi formato con Benussi, ma sul quale Freud diede il suo consenso.

Come per Freud quindi, la psicoanalisi entra in Italia da Trieste e da qui arriva a Padova; solo in seguito giunge a Roma per poi diffondersi sino in Sicilia!