Molti genitori, alle prese con figli preadolescenti, spesso si rivolgono per una consulenza ad uno psicologo. In grandi città come Milano, la sensazione di “non poter controllare” la nuova vita sociale dei figli è particolarmente accentuata e talvolta fonte di notevole ansia. Qualche elemento in più per definire questa complessa fase evolutiva può essere di aiuto.

La preadolescenza è una fase di transizione, compresa tra gli 8 e i 14 anni, che segue la cosiddetta fase di latenza e precede la vera e propria adolescenza. È seconda, per profondità e velocità dei cambiamenti, solo alla prima infanzia ed in essa si assiste ad importanti trasformazioni sia fisiche che psicologiche. Quando si parla di pubertà ci si riferisce alle trasformazioni fisiche proprie della preadolescenza. In generale vi è continuità con la fase precedente e quanto più questa è stata vissuta in modo adeguato tanto meglio avverrà il passaggio alla preadolescenza. In questa fase è importante trovare un giusto equilibrio tra il non continuare a vedere i ragazzi come bambini e il sospingerli verso un’adolescenza anticipata.

I cambiamenti esterni ed interni della pubertà coprono cinque o sei anni e riguardano il sistema ormonale ed endocrino, un’improvvisa accelerazione dell’accrescimento scheletrico, un cambiamento nella distribuzione del grasso e del tessuto muscolare, lo sviluppo del sistema circolatorio e respiratorio  (con conseguente aumento di forza e resistenza), e lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari e degli organi riproduttivi. L’Inizio della pubertà è determinato dalla ripresa della secrezione dell’ormone che rilascia le gonadotropine.

Per le femmine la prima caratteristica sessuale ad apparire, in genere tra gli 8 e i 13 anni, è il seno; poco dopo o contemporaneamente compaiono i primi peli pubici. Il processo di sviluppo, dal primo bottone mammario al seno maturo, occupa un intervallo di tempo di circa quattro anni e mezzo. L’accelerazione dell’accrescimento scheletrico inizia con il primo sviluppo del seno mentre il menarca è successivo.

La pubertà maschile è in media di un anno o due più tardiva che nella femmina. Inizia tra i 9 e i 14 anni con l’accrescimento dei testicoli, lo sviluppo delle pene e l’ingrandimento dello scroto insieme alla comparsa dei peli pubici. Per il completamento della maturità genitale passano dai tre ai cinque anni; lo scatto di crescita (l’accrescimento scheletrico) avviene in media due anni dopo la crescita dei testicoli e solo successivamente si avrà la prima eiaculazione ed altri cambiamenti, come la comparsa di peli facciali e il cambiamento del tono della voce.

A partire dalla metà del diciannovesimo secolo l’età del menarca ha iniziato a diminuire progressivamente, probabilmente a causa del miglioramento dell’alimentazione, dell’assistenza sanitaria e delle condizioni generali di vita. Sembra però che negli ultimi decenni questo anticipo si sia arrestato.

Alcuni motivi di questo anticipo sono stati individuati nella presenza di tossine ambientali che simulano l’azione degli estrogeni, nell’incremento dei casi di obesità che rappresentano un fattore di maturazione accelerata per le femmine e in esperienze di stress psicologico, a sua volta spesso predittivo di un precoce inizio della pubertà.

Si parla di pubertà precoce prima dei 9 anni nei maschi e prima degli 8 anni nelle femmine. Si parla di pubertà ritardata dopo i 14 anni nel maschio e i 13 nella femmina. Nel sesso femminile il ritardo può anche essere la conseguenza di particolari regimi dietetici ipocalorici o di esercizio fisico intensivo (solitamente a scopo agonistico).

Psicologo Milano – Dott. Luca Mazzotta