di Luca Mazzotta

Psicologo Psicoterapeuta Psicoanalista a Milano

Il comportamento umano è la risultante di una serie infinita di percezioni, sentimenti e pensieri sia consci che inconsci. L’idea di non essere consapevoli delle determinanti di gran parte del nostro comportamento e delle nostre scelte può comprensibilmente essere difficile da accettare. Freud diceva che è come se il cavaliere (la parte conscia della mente) si limitasse a guidare il destriero là dove quello (l’inconscio) ha deciso di andare.

Tutti amano l’idea di essere al comando della propria vita mentale al punto che l’idea di non esserlo completamente può essere spaventosa. In effetti ciò ha molto a che fare con l’idea di psicosi, una condizione in cui si ha la sensazione di non essere connessi con la realtà e di non avere il pieno controllo di sé, dei propri sentimenti, pensieri e delle proprie azioni: una condizione di estrema sofferenza e di terrore. La differenza tra una condizione patologica, di disagio, e una condizione “sana” però non consiste nella presenza o assenza di qualche segno ma nella “quantità”: ad esempio una certa dose di ansia è sana, utile e necessaria mentre un’ansia eccessiva rende la vita impossibile e limita la libertà personale.

Ma cosa si intende per “inconscio”? Generalmente si parla di contenuti inconsci, come affetti, idee, pensieri, fantasie oppure di processi inconsci come gran parte del funzionamento psichico il quale agisce senza che se ne abbia la consapevolezza e rispetto al quale si parla di comportamento automatico oppure di inconscio procedurale. Si pensi al guidare un’automobile: gran parte dell’attività è inconscia. Non solo automatica, poiché saremmo portati a pensare che un’attività automatica si esaurisca in una serie di azioni meccaniche ripetitive fatte senza prestare attenzione. Non è così: quando si guida l’automobile anche la nostra attenzione diventa inconscia ma continua ad essere presente al punto che spesso ci fermiamo quando il semaforo è rosso senza quasi farci caso!

Nel caso di contenuti inconsci (idee, pensieri, affetti, fantasie) questi non possono accedere alla consapevolezza a causa di forze che li “reprimono” poiché in conflitto con altri contenuti ritenuti più accettabili. Le forze che “reprimono” i contenuti inconsci invece fanno parte del “funzionamento psichico inconscio”. Ma il funzionamento psichico a sua volta è inconscio non tanto perché “incompatibile”, poco gradito o in conflitto con qualcosa, ma perché si tratta di un funzionamento psichico correlato con porzioni della mente inaccessibili alla consapevolezza per motivi intrinseci alla stessa architettura cerebrale. Non si tratta di un meccanismo di difesa ma rappresenta il normale funzionamento dell’apparato psichico. Parafrasando una metafora di Joseph Sandler, quando siamo al cinema e guardiamo un film non vediamo la macchina da presa che ha girato la scena. La macchina da presa è paragonabile ai processi mentali inconsci, così come tutto il lavoro di centinaia di persone che porta alla realizzazione del film mentre le scene girate e poi “tagliate” possono essere paragonate ai contenuti mentali inconsci. È come se non esistessero: in realtà sono state “rimossi” e potrebbero anche essere recuperati in seguito arricchendo il film. Quello che vediamo è solo un’ora e mezzo di film, una piccolissima parte delle migliaia di ore di lavoro e delle centinaia di scene girate.

Anche quello che definiamo “carattere” può essere inteso come una modalità di funzionamento (per lo più inconscia) tipica di una persona, sviluppatasi presto nella vita, atta ad ottenere gratificazioni e soprattutto a mantenere un senso di benessere e sicurezza tenendo conto della struttura dell’ambiente circostante così come percepito nell’ambito di interazioni ricorrenti con figure significative.

Il funzionamento inconscio della mente, oltre a reprimere idee e affetti, produce anche immagini, fantasie, idee a loro volta inconsce, le quali influenzano di conseguenza l’ulteriore funzionamento. In questo senso si può dire che contenuti e funzionamento inconscio si influenzano ed alimentano reciprocamente. Una struttura di carattere ad esempio ossessiva funzionerà in modo da produrre idee e affetti ossessivi che a loro volta alimenteranno l’ulteriore funzionamento della struttura di carattere di tipo ossessivo.

Ma come si dimostra l’esistenza dell’inconscio? Da un punto di vista clinico un trattamento psicoanalitico può portare gradualmente a “svelare” l’inconscio. Da un punto di vista neurofisiologico si stanno facendo alcuni passi in avanti grazie alle nuove tecnologie di visualizzazione “in vivo” del funzionamento delle strutture cerebrali come la risonanza magnetica funzionale: è possibile osservare, in alcune situazioni, l’attivazione di aree cerebrali specifiche che rimandano a stati affettivi o a immagini dei quali in quel momento preciso non si ha consapevolezza.

Da un punto di vista sperimentale sono stati realizzati numerosi ed anche curiosi esperimenti in grado di dimostrare alcuni elementari processi psichici “automatici”: ad esempio è stata dimostrata una notevole significatività statistica relativa ai matrimoni tra persone con lo stesso cognome, una significatività statistica che esclude in modo scientifico la casualità (J.T. Jones et al., How Do I Love Thee? Let Me Count the Js: Implicit Egotism and Interpersonal Attraction – Journal of Personality and Social Psychology – 2004, Vol. 87, No. 5, 665– 683). Sembrerebbe dunque che “l’amore” sia influenzato dalla somiglianza del cognome del partner: i ricercatori hanno interpretato questo risultato come l’espressione del bisogno di “familiarità” che si esprime inconsciamente nel ricercare partner con qualche elemento di similarità con la propria famiglia. Gli scienziati poi hanno identificato un’area del cervello, lo striato dorsale, come intimamente coinvolta in questo tipo di valutazioni (N.J. Blackwood et al., Self-responsibility and the self-serving bias: an fMRI investigation of causal attributions. Neuroimage. 2003 Oct;20(2):1076-85).

Un funzionamento dello stesso tipo è coinvolto nelle scelte di acquisto, e ne sono ben consapevoli gli addetti al packaging piuttosto che chi si occupa di dare un nome ad un nuovo piatto da inserire nel menu del ristorante. Molto noto è il cd. paradosso della Pepsi: durante un esperimento la maggior parte degli individui bendati preferivano il gusto della Pepsi alla Coca-Cola mentre il gruppo di individui che dovevano esprimere la loro preferenza senza essere bendati preferiva per la maggior parte la Coca-Cola. Ancora: in un supermercato vengono incrementate le vendite di vini francesi o tedeschi a  seconda che si diffonda musica francese o tedesca (A. North et al., In-store music affects product choice. Nature 390, 132, 13 November 1997). Ma non si deve pensare che si tratti di illusioni: la percezione differente determina una realtà differente. Sono stati effettuati esperimenti in cui è stato dimostrato che gli analgesici di marca “funzionano” meglio di quelli generici per alleviare il dolore, nonostante la formula chimica sia identica.

Anche in un ambito che per definizione dovrebbe essere permeato dalla più assoluta razionalità, come la finanza e i mercati finanziari, nella valutazione degli investimenti, fattori irrilevanti per la teoria economica (ma rilevanti per la psiche umana) come il tempo meteorologico sono capaci di influenzare l’andamento dei titoli (D. Hirshleiter, T. Shumway, “Good Day Sunshine: Stock Returns and the Weather,” Journal of Finance 58, no. 3, June 2003: 1009–32).

Gli esseri umani percepiscono, ricordano le proprie esperienze, compiono scelte ed agiscono di continuo. Eppure in tutte queste operazioni si è influenzati da fattori di cui non si è consapevoli. Le informazioni corrono nel nostro cervello seguendo due percorsi in qualche modo paralleli: uno conscio ed uno inconscio. La mente inconscia è attiva, molto potente, spesso indipendente e per di più dominante sulla mente conscia. Essa influenza il modo cosciente di percepire, ricordare, scegliere ed agire. Ed il più delle volte vengono trovate delle plausibili motivazioni razionali in grado di spiegare una scelta determinata da motivi inconsci!