I sogni incuriosiscono e affascinano di continuo molte persone. Nel numero 17 di Confidenze attualmente in edicola è presente un servizio di Paola Rinaldi con alcuni interventi del dott. Luca Mazzotta: Scopri i preziosi messaggi dei sogni.

Il sogno è tentativo che la nostra mente compie per cercare di dare forma (di rappresentare diremmo in termini psicologici) ai problemi che ci accompagnano durante la veglia. Questo lavoro psichico consente di elaborare le emozioni senza l’interferenza del pensiero logico (e spesso rigido e ripetitivo). Permette talvolta di trovare delle soluzioni che potremmo non considerare quando siamo svegli. Il problema è che i sogni spesso esprimono i loro contenuti in forma mascherata.

L’inconscio opera una sorta di censura per evitare di provare un dolore o un conflitto che impedirebbe lo stesso lavoro onirico e quando il messaggio sta diventando troppo forte o diretto, può accadere di non ricordare quello che abbiamo sognato.

Resta il fatto che comunque l’unico modo per poter capire un particolare sogno è comprendere in modo approfondito il sognatore. E’ necessario conoscere il momento che sta vivendo, i suoi conflitti, i suoi desideri, le sue inibizioni e le sue paure. Tanto più si conosce una persona tanto meglio è possibile comprendere i suoi sogni… e viceversa! Ecco perché i cosiddetti “libri dei sogni”, che cercano di mettere in relazione specifiche immagini oniriche con possibili significati, si rivelano del tutto insoddisfacenti. Nessun professionista serio si avventurerà mai nell’offrire interpretazioni solo sulla base di un sogno raccontato.

La psicoterapia psicoanalitica in qualche modo cerca di riportare il funzionamento mentale ad un funzionamento più vicino a quello del sogno incoraggiando la libera associazione, le fantasie, i sogni ad occhi aperti e riducendo l’influenza di condizionamenti esterni: in altri termini si cerca di esplicitare il conflitto (ed i modi in cui questo diviene visibile) tra obiettivi consci e funzionamento inconscio, tra interno ed esterno. Lo stesso utilizzo del lettino in talune situazioni tende a mettere in risalto gli stimoli “interni” a scapito di quelli “esterni”.