Se c’è una cosa di cui si può essere sicuri è che i bambini fanno i capricci! Le emozioni possono essere travolgenti a qualsiasi età ma quando i bambini piccoli sperimentano livelli elevati di emotività che non sono in grado di gestire, la loro incapacità di elaborare queste emozioni si manifesta spesso come capricci, collera e agiti violenti.

Ciò che viene definito come “comportamento scorretto” è spesso la manifestazione dell’incapacità di un bambino di affrontare le proprie emozioni in modo adeguato. In altre parole, capricci e crisi spesso significano che il bambino non ha ancora imparato a gestire le emozioni da cui si sente invaso. E ci sono prove a supporto di queste opinioni: in effetti da più parti si sente dire che aiutare il bambino a sviluppare l’intelligenza emotiva può aiutarlo a ridurre i “comportamenti scorretti”. Inoltre un bambino emotivamente intelligente diventa un adolescente emotivamente intelligente, il che significa meno disturbi sociali, comportamentali e psicologici una volta superati gli anni dell’infanzia.

È ormai ampiamente accettato che aiutare il bambino a sviluppare la sua intelligenza emotiva non significa certo proteggerlo dalle emozioni difficili! Uno studio che ha cercato di identificare le situazioni familiari che favoriscono lo sviluppo dell’intelligenza emotiva ha scoperto che i bambini a cui era permesso di sperimentare conflitti e situazioni difficili sviluppavano un livello più alto di intelligenza emotiva rispetto a coloro che non avevano opportunità di confrontarsi con i conflitti. In altre parole il bambino ha una migliore possibilità di sviluppare la sua intelligenza emotiva proprio quando si trova in situazioni difficili.

Promuovere l’intelligenza emotiva di un bambino significa quindi fornirgli un ambiente sicuro nel quale possa provare emozioni difficili e trovare un modo per affrontarle in un modo che sia anche socialmente appropriato. Si tratta di mostrargli che è normale provare emozioni come la rabbia, l’ansia e la paura, che tutti le provano, e di aiutarlo a trovare delle modalità e strategie che possano permettergli di affrontare quelle emozioni.

Alcuni comportamenti dei bambini, tuttavia, possono anche indicare problemi più seri. Uno studio ha esaminato 279 bambini di età compresa tra 3 e 6 anni ed ha riscontrato che gli scoppi di rabbia dei bambini differivano nelle modalità a seconda che i bambini osservati fossero sani o soffrissero di un disturbo depressivo (Temper Tantrums in Healthy Versus Depressed and Disruptive Preschoolers: Defining Tantrum Behaviors Associated with Clinical Problems). I ricercatori hanno identificato diversi pattern comportamentali che possono essere associati a disturbi dell’umore.

Secondo lo studio sopra citato è possibile identificare 5 segnali a cui prestare attenzione nel caso si avessero dei dubbi sul fatto che gli scoppi d’ira e i crolli emotivi del proprio figlio possano essere preoccupanti o meno.

  1. Continui scoppi d’ira

Gli scoppi d’ira sono normali durante l’infanzia ma quando sono continui possono indicare problemi più seri. Lo studio ha rilevato che più di cinque scoppi d’ira al giorno sono probabilmente legati ad un disturbo dell’umore. In effetti gli scoppi d’ira persistenti sono anche una delle cose su cui gli psicoterapeuti si concentrano per diagnosticare problemi come il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) o il Disturbo da Disregolazione dell’Umore Dirompente.

  1. Scoppi d’ira sproporzionati

Gli scoppi d’ira significano che la reazione del bambino è sproporzionata rispetto alla situazione. I segni di capricci eccessivi includono aggressività verso i genitori o altri caregiver o comportamenti distruttivi come rompere o lanciare oggetti, prendere o a calci oggetti o persone, colpire il muro, ecc. Mostrare durante i capricci quasi sempre (il 90% delle volte) anche un comportamento violento può indicare un problema da non ignorare.

  1. Comportamento autolesionistico 

A differenza dei bambini sani, i bambini con un disturbo dell’umore hanno maggiori probabilità di farsi del male quando fanno i capricci. Questo comportamento può includere il mordere o colpire se stesso, sbattere la testa o trattenere il respiro.

  1. Capricci senza fine

Ovviamente non esiste una specifica “durata delle crisi”. Il bambino un giorno potrebbe avere uno scoppio d’ira della durata di cinque minuti e di 15 minuti il giorno successivo. Tuttavia se il bambino tende a prolungare gli scoppi d’ira per più di 25 minuti, secondo lo studio potrebbero esserci problemi più seri.

  1. Incapacità di calmarsi da solo

Se il bambino non è in grado di calmarsi da solo dopo un capriccio ed ha sempre bisogno di essere contenuto e rassicurato, questo potrebbe segnalare un problema di fondo.

Ovviamente non è lecito pensare subito che se un bambino mostra qualcuno dei comportamenti sopra riportati allora si è di fronte ad un problema serio. Può però essere una buona idea mettersi in contatto con uno specialista – come uno psicoterapeuta dell’infanzia – per una eventuale valutazione. Ci sono molte cose che possono influenzare il comportamento di un bambino e spesso identificare le cause che scatenano una crisi non è così semplice, poiché possono entrare in gioco micro-interazioni relazionali tra bambino e genitore. Farlo, però, magari con l’aiuto di uno psicologo, può essere un primo passo che può aiutare a gestire anche i capricci più difficili. Ci sono risorse molto semplici e adeguate all’età che possono aiutare a stimolare l’intelligenza emotiva del bambino ed insegnargli, ad esempio, a identificare alcune strategie che può usare per calmarsi.

Tradotto e adattato dall’articolo originale della dottoressa Sanya Pelini, PhD in Scienze e Ricerche Educative presso la Université Paris-Est Créteil in Francia.