Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Injury Prevention , le pazienti a cui viene prescritto un antidepressivo SSRI (Inibitore Selettivo della Ricaptazione della Serotonina) per ridurre i sintomi della menopausa corrono un rischio maggiore di incorrere in fratture ossee.

I risultati mostrano che il maggior rischio sembra durare per diversi anni ed hanno spinto i ricercatori a suggerire in questi casi un trattamento di breve durata con SSRI. Sono necessarie ulteriori ricerche per verificare se gli stessi risultati si trovano anche con basse dosi di questi farmaci.

Gli SSRI sono attualmente il terzo tipo di farmaci maggiormente prescritti negli Stati Uniti e vengono frequentemente utilizzati anche per disturbi che non sono di natura psichiatrica. Questo include la sindrome dell’intestino irritabile, le vampate di calore e le sudorazioni notturne, tipicamente presenti in menopausa, per la quale gli SSRI sono considerati una valida alternativa alla terapia ormonale sostitutiva (HRT).

Poiché è stato osservato che persone con disturbi psichiatrici come la depressione hanno anche un  maggior rischio di fratture ossee, i ricercatori hanno voluto sapere se gli SSRI potrebbero essere collegati a questo maggior rischio fra le donne di mezza età cui vengono prescritti gli SSRI per alleviare i sintomi della menopausa.

I ricercatori hanno analizzato i dati dal database PharMetrics Sinistri, che contiene informazioni dettagliate su trattamenti medici e farmacologici mediche su 61 milioni di pazienti negli Stati Uniti.

Lo studio si è concentrato su 137.031 donne senza problemi di salute mentale, di età compresa tra i 40 e i 64 anni, che hanno iniziato il trattamento con SSRI tra il 1998 e il 2010.

Questi partecipanti sono stati confrontati con più di 236.294 donne della stessa età, cui erano stati prescritti, sempre nello stesso periodo, H2 antagonisti o inibitori della pompa protonica, tipicamente utilizzati per trattare sintomi gastroesofagei.

I risultati hanno rivelato che i tassi di frattura erano significativamente più alti tra i partecipanti trattati con SSRI. Infatti, il tasso di fratture era il 76% più elevato tra le persone cui erano stati prescritti gli SSRI un anno dopo l’inizio del trattamento, il 73% superiore due anni dopo, e il 67% più alto dopo cinque anni rispetto ai soggetti trattati con H2 antagonisti o inibitori della pompa protonica.

Anche se questo è uno studio osservazionale, e quindi non possono ancora trarsi conclusioni definitive circa eventuali cause ed effetti, i ricercatori chiamano in causa una teoria pubblicata in precedenza per spiegare le connessioni che hanno trovato.

Gli antidepressivi possono alterare il turnover osseo spostando l’equilibrio a favore di un impoverimento delle ossa piuttosto che di un rafforzamento.

“Gli SSRI sembrano aumentare il rischio di fratture nelle donne di mezza età – senza disturbi psichiatrici – in modo consistente nel corso del tempo, il che suggerisce che una durata più breve del trattamento può diminuire questo fenomeno”.

I ricercatori sottolineano che il numero di donne cui viene prescritto un SSRI per controllare alcuni sintomi della menopausa è destinato ad aumentare ora che la US Food and Drug Administration ha approvato un altro SSRI conb questa indicazione di trattamento.

“Gli sforzi futuri dovrebbero esaminare se questa associazione è significativa anche a dosi più basse”, si aggiunge.

Liberamente tratto e tradotto da: http://psychcentral.com/news/2015/06/28/ssris-for-menopausal-symptoms-linked-to-increased-bone-fractures/86181.html