Secondo i ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis i primi segni di Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD) in militari che hanno subito lievi lesioni cerebrali sarebbero importanti predittori di successivi problemi di maggiore gravità. I segni che possono fare pensare ad un Disturbo Post-Traumatico da Stress possono essere, ad esempio, ansia, attacchi di panico, sensazioni di distacco o affettività ridotta, flashback o irritabilità.

I ricercatori sono rimasti sorpresi dal fatto che fossero proprio i problemi di salute mentale ad essere più strettamente correlati con disabilità, più di quanto non lo fossero le solite valutazioni cognitive e fisiche che vengono solitamente effettuate dopo traumi, come test di memoria, del pensiero, dell’equilibrio, della coordinazione nonché la valutazione e la gravità di mal di testa e vertigini.

“Si è sempre pensato che i sintomi di stress post-traumatico e quelli depressivi si sviluppassero alcuni mesi o addirittura anni dopo l’evento” ha detto David L. Brody, MD, Ph.D., professore associato di neurologia.

“Non sappiamo esattamente cosa provochi questi sintomi, se derivino direttamente dalla lesione cerebrale o invece dallo stress della guerra o da una combinazione di fattori. Ma a prescindere dalla loro origine, la gravità di questi sintomi psicologici poco dopo la lesione è risultato il più forte predittore di una successiva disabilità”.

Lo studio è stato pubblicato nella rivista Brain (http://brain.oxfordjournals.org/content/early/2015/03/02/brain.awv038).

A detta dei ricercatori questo studio suggerisce che lievi commozioni cerebrali hanno effetti a lungo termine più gravi di quanto si pensasse, inclusa la difficoltà a tornare al lavoro precedente, in famiglia o in genere a svolgere le consuete attività sociali. I risultati sollevano interrogativi su quale sia il modo migliore di trattare le truppe americane che subiscono lesioni cerebrali.

Durante i conflitti in Iraq e in Afghanistan, secondo recenti stime del Dipartimento della Difesa statunitense  circa un quinto dei membri in servizio ha subito un trauma cranico e di questi più dell’80% per cento sono stati considerati lievi.

“Sono rimasto sorpreso da quanto sia risultato grave il livello di disabilità 6-12 mesi dopo queste lesioni apparentemente lievi, soprattutto visto che quasi tutti i pazienti erano tornati in servizio poco dopo i loro traumi”, ha detto il dottor Brody, uno degli autori dello studio.

Si tratta del primo studio a valutare così precocemente (entro la prima settimana) le vittime di lievi commozioni cerebrali dovute ad esplosioni ed in grado di fornire valutazioni di follow-up degli stessi pazienti dai sei ai 12 mesi dopo. La maggior parte degli studi relativi a lesioni cerebrali traumatiche in militari si erano concentrati su pazienti feriti abbastanza gravemente al punto da dover essere allontanati dalle zone di guerra.

Per lo studio, i ricercatori della Washington University e il Naval Medical Center di Portsmouth in Virginia hanno esaminato personale militare in servizio attivo in Afghanistan nel 2012.

Lo studio ha preso in esame 38 pazienti con diagnosi di lieve lesione cerebrale dovuta ad esplosione e 34 membri di servizio senza lesioni cerebrali come gruppo di controllo. L’età dei soggetti era  compresa tra i 19 e i 44 anni, con un’età media di 26 anni nel gruppo clinico e 28 nel gruppo di controllo.

Le valutazioni relative alla salute mentale sono state realizzate con un tipico questionario militare utilizzato per valutare i sintomi di Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD).

I risultati sembrano suggerire che la cura per le lesioni cerebrali tra il personale militare dovrebbe essere ampliata al punto da includere valutazioni psicologiche specialistiche nelle prime fasi immediatamente successive al trauma.

Attualmente i criteri decisionali utilizzati per determinare se un membro del servizio debba tornare in servizio attivo si concentrano sull’esame delle funzioni cognitive e dei sintomi clinici e non comprendono invece la valutazione dello stato psicologico.

“Speriamo di contribuire alla discussione su ciò che dovrebbe essere fatto per questi pazienti quando subiscono traumi apparentemente lievi”, ha detto Christine L. MacDonald, Ph.D., primo autore dello studio.

“Abbiamo bisogno di indagare se ci sono nuovi approcci alla cura precoce che possono migliorare la qualità della vita nel lungo termine.”

Brody ei suoi colleghi stanno progettando un analogo studio relativamente a commozioni cerebrali occorse in ambito non militare, registrando lo stato psicologico immediatamente dopo le lievi lesioni alla testa in pazienti che arrivano al pronto soccorso. I pazienti saranno seguiti per determinare i risultati a lungo termine.

“Le lezioni che impariamo dalla traumatologia militare possono applicarsi facilmente anche ai traumi civili”, ha detto Brody. “Sebbene ci possano essere aspetti unici nelle lesioni cerebrali in ambito militare, potrebbe anche darsi che questo sia un fenomeno generale che non è stato ancora affrontato adeguatamente.”

Liberamente tratto, adattato e tradotto da: http://psychcentral.com/news/2015/03/05/early-ptsd-symptoms-after-blast-injury-may-predict-later-disability/81964.html