Secondo una recente ricerca, andare a letto troppo tardi e dormire troppo poco sembra essere associato con l’esperienza di avere pensieri negativi ricorrenti.

Anche tra gli amanti della notte, che quindi preferiscono andare a dormire più tardi, lo studio ha trovato che chi aveva orari meno regolari sperimentava una maggiore intrusività dei pensieri ansiosi ricorrenti rispetto a quelli che mantenevano comunque una certa regolarità negli orari.

Nella ricerca, pubblicata sulla rivista Cognitive Therapy and Research Nota e Coles, 2014 ), sono state indagate le abitudini del sonno di 100 soggetti adulti, cui sono stati sottoposti anche alcuni test per verificare la persistenza di pensieri negativi, preoccupazioni, ossessioni, ruminazioni.

I risultati hanno confermato una significativa correlazione tra persistenti pensieri negativi e l’andare a letto tardi.

Pensieri negativi intrusivi e ricorrenti sono in realtà spesso associati a problemi di salute mentale: chi soffre di ansia, depressione o disturbo ossessivo compulsivo può infatti avere scarso controllo sui pensieri negativi che continuamente compaiono nella mente.

Anche se questo studio non può provare che un sonno migliore favorisca un miglioramento rispetto ai pensieri negativi ricorrenti, i clinici spesso notano che il sonno può aiutare il quadro clinico.

La dott.ssa Meredith Coles, co-autrice della ricerca, ha detto: “Se ulteriori risultati dovessero supportare la relazione tra i tempi di sonno e pensieri negativi ricorrenti, un giorno si potrebbe arrivare ad una nuova strada per il trattamento di persone con disturbi di questo tipo. Studiare la relazione tra la riduzione nella durata del sonno e psicopatologia ha già dimostrato che concentrarsi sul sonno nella clinica porta anche ad una riduzione dei sintomi di psicopatologia. “

Secondo Jacob A. Nota, l’altro autore della ricerca: “Assicurare la giusta quantità e qualità di sonno durante la giornata potrebbe essere un modo poco costoso e facilmente somministrabile per aiutare quelle persone che hanno a che fare con pensieri intrusivi ricorrenti.”

Articolo liberamente tratto da: http://www.spring.org.uk/2014/12/the-simple-change-to-daily-routine-that-fights-bothersome-negative-thoughts-that-wont-go-away.php?utm_source=PsyBlog&utm_medium=email&utm_campaign=32a4e425cb-RSS_EMAIL_CAMPAIGN_MAILCHIMP&utm_term=0_10ef814328-32a4e425cb-213847129&omhide=true

D’altro canto questa ricerca, sebbene interessante, presenta a mio avviso i soliti gravi limiti legati alle correlazioni: si rischia di far passare l’idea che un cattivo sonno provochi disturbi deimentali e che migliorando il sonno migliori anche il disturbo. La realtà invece è probabilmente capovolta, tanto che le psicoterapie per disturbi ansiosi (tra cui il disturbo ossessivo compulsivo) e depressivi che si dimostrano efficaci, mostrano sempre come effetto secondario un miglioramento della qualità e quantità del sonno.