Ora anche un nuovo studio conferma ciò che la psicoanalisi ha postulato sin dall’inizio: la nostra mente cosciente ha molto meno controllo su pensieri e azioni di quanto si pensi.

La coscienza è più che altro un interprete di messaggi inviati dall’inconscio.

Il dottor Ezequiel Morsella, autore principale dello studio, ha spiegato:

“L’interprete è colui che fornisce le informazioni, ma non è colui che realmente le elabora o che utilizza la conoscenza condivisa. Allo stesso modo, le informazioni che percepiamo nella nostra coscienza non nascono da processi consci né rispondono a processi consci. La coscienza è solo una specie di “intermediario” e non fa tanto lavoro quanto si pensa “.

La teoria – dopo dieci anni di lavoro – contraddice il modo in cui ci si sente ad essere un essere umano consapevole, che pensante e che sente. Ma questo non significa che la teoria è sbagliata.

Quando dobbiamo decidere un’azione abbiamo la sensazione di rovistare tra i nostri sentimenti e pensieri. Il dott. Morsella ha detto:

“Per molto tempo abbiamo pensato che la coscienza risolvesse i nostri problemi e che ciò dipendesse da un’interazione dinamica tra parti diverse,ma quello che accade invece sembra essere qualcosa di molto più semplice e statico. Questa teoria è molto  controintuitiva. Va contro il nostro modo di pensare di tutti i giorni. “

In effetti la teoria stabilisce che la coscienza esegue le stesse semplici operazioni più e più volte. Quello che noi definiamo come libero arbitrio è per la maggior parte solo il controllo del nostro sistema muscolo scheletrico. In altre parole, le decisioni vengono prese dall’inconscio e vengono consegnate alla nostra mente cosciente affinchè le possa mettere in atto.

Il dott. Morsella ha detto: “Per la maggior parte della storia umana, siamo stati a caccia ed avevamo un gran bisogno di eseguire rapidamente azioni volontarie. La coscienza sembra essersi evoluta per questo tipo di azioni, piuttosto che per riflettere e capire se stessi. “

“I pensieri spesso si ignorano a vicenda, hanno appena accesso alla – ed agiscono sulla – stessa informazione cosciente. “

La teoria è alquanto controversa e il dottor Morsella ammette che sia anche difficile da accettare: “Il primo motivo per cui c’è voluto così tanto tempo per arrivare a questa conclusione è perché le persone confondono ciò che la coscienza è realmente con quello per cui viene usata. Inoltre, la maggior parte degli approcci alla consapevolezza si focalizzano sulla percezione piuttosto che sull’azione. “

Il dott. Morsella sottolinea che, se corretta, la teoria potrebbe avere importanti implicazioni per i disturbi mentali e dipendenze:

“Perché si ha un certo bisogno e perché si pensa che non lo si dovrebbe avere? Perché in un certo senso il sistema conscio non sa che non si dovrebbe pensare a qualcosa?”

La ricerca è pubblicata sulla rivista  Behaviour and Brain Sciences (Morsella et al., 2015 ).

Liberamente tratto e tradotto da: http://www.spring.org.uk/2015/06/why-conscious-self-control-may-be-a-complete-illusion.php?omhide=true&utm_source=PsyBlog&utm_campaign=1ecef63866-RSS_EMAIL_CAMPAIGN_MAILCHIMP&utm_medium=email&utm_term=0_10ef814328-1ecef63866-213847129