Tutti, chi più chi meno, vorrebbero esercitare una certa dose di controllo sulle proprie vite, e questa sensazione di controllo dovrebbe essere in grado di procurare un certo benessere. Eppure, nonostante gli sforzi, la vita può andare in direzioni che sono al di fuori del proprio controllo.

Non conta quanto duramente ci si impegni a mantenere il controllo: alcune cose sono difficili da cambiare o da controllare.

Una nuova ricerca (Helzer, E. G., & Jayawickreme, E. (2015). Control and the “good life”: Primary and Secondary Control as distinct indicators of well-being. Social Psychological and Personality Science.) rileva che l’accettazione e l’adattamento alle circostanze che non possono essere cambiate sono legate ad un minor numero di emozioni negative.

Il dottor Erik G. Helzer, psicologo nonché Assistant Professor presso la The Johns Hopkins Carey Business School, uno degli autori dello studio, ha detto:

“Pensiamo alla vecchia canzone di Frank Sinatra, ‘My Way’: un uomo si gira indietro e guarda agli avvenimenti della sua vita, tutto sommato accettando come sono andate le cose, sebbene non sempre si a stato tutto felice. Che è una nozione più ampia e ricca del vivere una vita buona e completa: è un atteggiamento che non sminuisce le esperienze negative della vita, permettendo un diverso tipo di rapporto con la vita, se stessi e gli altri affinché le cose possano essere viste secondo una diversa prospettiva, più completa, ed affinché alcuni nuovi processi di apprendimento possano ancora avere luogo e portare ad una maggiore soddisfazione “.

Lo studio ha ipotizzato e verificato gli effetti di due diversi tipi di controllo relativo alle emozioni provate: il controllo primario si riferirebbe al controllo vero e proprio ed all’idea corrispondente del crearsi il proprio destino mentre il controllo secondario avrebbe a che fare con l’accettazione delle cose che non possono essere comunque cambiate.

 Il dott Helzer ha detto:

“… il controllo secondario ha a che fare con la capacità di integrare le proprie esperienze in un’ampia e complessa narrazione della propria vita. Guadagnare la padronanza della propria vita e sentirsi soddisfatti non ha necessariamente – o esclusivamente – a che fare con il controllo primario. L’idea di mantenere il controllo nelle varie situazioni di vita senza doverle necessariamente cambiare è qualcosa di molto importante. Quello che volevamo far passare in questo studio è che il controllo secondario non dovrebbe essere visto come un ripiego, una strategia di ultima istanza, qualcosa di passivo, come solitamente è stato descritto in precedenza in letteratura. “

Nel sondaggio, effettuato su oltre 500 persone, i ricercatori hanno trovato che sia il controllo primario che quello secondario sono correlati ad emozioni positive. Solo il controllo primario, però, è legato ad emozioni negative: questo è dovuto probabilmente al fatto che cercare di contrastare le cose che non possono essere cambiate spesso è peggio che accettarle per quello che sono.

Il dott Helzer ha aggiunto:

Non è possibile avere il controllo su moltissime situazioni nella vita, al lavoro come altrove. Ma si ha la possibilità di controllare il modo in cui vengono percepiti e vissuti gli eventi.

Liberamente tratto e tradotto da: www.spring.org.uk