L’importanza dei sogni nella psicoterapia psicoanalitica

Dopo oltre un secolo da “L’interpretazione dei sogni” di Freud del 1900 la comprensione del sogno e del sognare è cambiata e si è approfondita, grazie anche ai contributi della psicologia cognitiva e delle neuroscienze. Sognare è un po’ come pensare con un linguaggio fatto prevalentemente di immagini al fine di risolvere dei problemi durante il sonno. Si è compreso che nel sognare vi è un importantissimo lavoro di consolidamento della memoria e di problem solving, inteso non come mera attività cognitiva isolate ma come un processo molto complesso che comprende emozioni, timori e desideri. Agli inizi della psicoanalisi l’interpretazione dei sogni rappresentava la parte fondamentale del trattamento analitico. Nel corso del tempo però l’attenzione degli analisti si è via via spostata su altri aspetti e l’analisi dei sogni, seppure sempre molto importante, è passata in secondo piano.

Eppure tutti noi continuiamo a sognare. Quindi essere in grado di analizzare la natura dei sogni – all’interno di un ben definito contesto terapeutico – rappresenta, a mio modo di vedere, un pilastro fondamentale del trattamento psicoanalitico. I sogni sono sia una incredibile fonte di informazioni sul mondo interno del paziente, i suoi desideri, i suoi conflitti ed il modo in cui organizza e cerca di risolvere le difficoltà, sia una preziosa bussola per il lavoro psicoterapeutico: è proprio attraverso i sogni che spesso è possibile cogliere i primi segni di importanti cambiamenti nel paziente.

L’unico modo per poter capire un particolare sogno è però quello di comprendere il sognatore. Ogni sogno è unico, appartiene al proprio sognatore e ne riflette il carattere, i conflitti, le difese psichiche, i desideri e gli eventi della sua vita. Tanto meglio si capisce una persona tanto più è possibile capire i suoi sogni… e viceversa! Ecco perché i cosiddetti “libri dei sogni”, che cercano di mettere in relazione specifiche immagini oniriche con possibili significati, si rivelano del tutto insoddisfacenti. Pertanto nessun professionista serio si avventurerà mai nell’offrire interpretazioni dei sogni solo sulla base delle immagini oniriche.

Sigmund Freud è stato il primo ad utilizzare in modo sistematico l’analisi dei sogni per avere accesso ad una maggiore comprensione dell’inconscio. Le immagini oniriche spesso riflettono le preoccupazioni coscienti mentre le vere fonti di conflitto rimangono mascherate nel nucleo di ogni sogno. Come dagli strati di una cipolla, il nucleo emerge poco alla volta, man mano che il trattamento procede, mentre la fiducia nella sicurezza della situazione terapeutica aumenta e la relazione con l’analista si approfondisce. Nel trattamento psicoanalitico il sogno è spesso utilizzato per guidare gradualmente il paziente alla base dei suoi problemi. Per Freud i sogni erano “la via regia all’inconscio”. Oggi, alla luce della nostra comprensione contemporanea e più completa del processo psicoanalitico potremmo dire che l’analisi dei sogni è fondamentale per comprendere i conflitti specifici di ogni individuo e per creare lo spazio ad una potenziale soluzione ad essi.

Ci sono tuttavia alcune condizioni che possono essere viste come indicatori di potenziale stress mentale ed emotivo:

  • La persona che non ha mai sognato. Tutti hanno dei momenti in cui non ci si ricorda di aver sognato. Gli studi neurofisiologici dimostrano che di fatto si sogna sempre (anche da svegli in realtà!) ma semplicemente non ci si ricorda di aver sognato. Per gli individui che fanno fatica a ricordare i sogni questo può essere segno di una intensa rigidità emotiva. Lo scopo del sogno è quello di “giocare” ed il campo onirico è un po’ il parco giochi della mente. Ci sono persone per le quali la lotta con i loro conflitti inconsci è così aspra che non osano “giocare” per paura di quello che un sogno potrebbe rivelare. Questi individui non possono nemmeno permettersi di esprimere quei conflitti in forma mascherata, così come un sogno solitamente fa (grazie a meccanismi psichici come condensazione e spostamento), quindi non possono avere accesso al loro ricordo. Il trattamento psicoanalitico può gradualmente rompere questa “paralisi psichica” e ripristinare una normale capacità onirica, utile anche e soprattutto a ricercare nuove soluzioni più adattive durante la veglia.
  • La persona che si sente eccessivamente angosciata e spaventata dai sogni. La mente segue dei ben precisi principi di funzionamento – anche durante il sonno – e sebbene possa permettere delle rappresentazioni oniriche di esperienze conflittuali, vi sono comunque dei limiti da rispettare. Succede talora durante un sogno che, quando la mente viene sopraffatta da alcuni stati emotivi, il paziente si svegli e racconti di aver avuto un incubo. Più la mente accresce le proprie risorse emotive, più la persona potrà sognare in modo meno angosciante.

Il sogno è in qualche modo lo sforzo della mente per risolvere i problemi della vita del sognatore utilizzando la metafora e il camuffamento. I sogni sono fatti anche e soprattutto di amore e di odio. Una buona definizione di salute mentale è rappresentata dalla capacità di un individuo di trovare un posto nella sua mente anche al più problematico dei pensieri o dei sentimenti. Il trattamento psicoanalitico mira a dare espressione ad ogni pensiero, sentimento, emozione o pulsione, in una situazione di sempre maggiore sicurezza. In questo modo la persona può trovare soluzioni diverse ai propri conflitti liberandosi da eccessive rigidità psichiche e da modalità difensive (inconsce) disadattive.

Il lavoro sui sogni – opportunamente condotto, in un setting terapeutico appropriato, da un paziente curioso e da un analista preparato – è qualcosa di importante e stimolante, in grado di fornire nel corso del tempo significati preziosi e concretamente utili al miglioramento della qualità della vita.

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DOTT. LUCA MAZZOTTA

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